"Volevo arrivare a produrre vini di qualità senza inquinare me stesso, l’ambiente e il consumatore finale; ci sono riuscito utilizzando i vitigni resistenti"
Alessandro Sala
Le varietà di vite che resistono naturalmente alle malattie come la peronospora e l’oidio permettono di produrre vini di qualità eliminando quasi completamente l’uso di anticrittogamici e totalmente quello di altre sostanze chimiche quali diserbanti e concimi, salvaguardando la salute dei consumatori e l’integrità dell’ambiente.
L’importante sarà nei prossimi anni uscire da un pregiudizio, riconoscere i problemi reali che la viticoltura ha e risolverli. Gli anticrittogamici oltre ad inquinare l’ambiente, rimangono all’interno del frutto con una certa residualità.
Cosa realmente beviamo ?
Un vino prodotto da uve che non abbiano mai visto alcun trattamento chimico (o quasi) sarebbe un dono che facciamo al nostro organismo e un enorme passo avanti verso la tutela dell’ambiente. Questa non è soltanto viticoltura biologica o biodinamica, questa è viticoltura moderna e sostenibile. Si potrebbe benissimo sviluppare una nuova viticoltura, maggiormente qualitativa, non solo nelle caratteristiche organolettiche dei vini, bensì verso quelle ambientali. Penso soprattutto a quei vigneti posti in prossimità dei centri abitati o di scuole, asili o parchi dove giocano i bambini, fattorie didattiche od ovunque ci sia uno stretto contatto con aree popolate. Il mio scopo è da anni oltre a quello di produrre vini di pregio senza l’utilizzo di sostanze chimiche dannose, quello di diffondere le conoscenze su questi vitigni per permettere un loro maggiore utilizzo tra i produttori e di conseguenza una migliore salvaguardia dell’ambiente. Sono stato pertanto promotore della nascita dell’associazione
Piwi Lombardia che riunisce tutti i viticoltori e gli appassionati di vitigni resistenti della nostra Regione.
L’ecologia è o dovrebbe essere patrimonio di tutti e per Alessandro Sala, fondatore della cantina questo fine può essere condotto solamente in modo trasparente, tra etica ed arte di vivere.
I VITIGNI RESISTENTI
I vitigni resistenti non sono assolutamente piante geneticamente modificate (OGM)le quali sono tra l’altro vietate dalla legge italiana. La precisazione è d’obbligo perché la modalità per ottenere un vitigno resistente è semplicemente l’incrocio (ibridazione, breeding).
L’incrocio si può fare tra varietà di Vitis vinifera (incrocio intraspecifico) o tra varietà di Vitis vinifera e varietà di altre specie del genere Vitis (incrocio interspecifico). Chiaro esempio di incrocio intraspecifico è il Muller-Thurgau, ottenuto dall’incrocio tra Riesling e Madeleine Royale.
I vitigni cosiddetti "resistenti", per la loro alta tolleranza alle malattie fungine,permettono di rinunciare all’uso di anticrittogamici.
Sono ottenuti incrociando una varietà di vite europea che ha un’alta qualità delle uve, ma non è resistente ai funghi, con un’altra specie selvatica di vite che ha un’alta resistenza ai funghi. Dopo diversi passaggi d’incrocio si ottiene una nuova varietà con alta qualità delle uve e alta resistenza alle malattie
Le varietà resistenti vengono chiamate
PIWI dal tedesco pilzwiderstandfähig che significa viti resistenti ai funghi.
PIWI LOMBARDIA
L'associazione è un importante momento di aggregazione e di confronto per i produttori e permette di fare la giusta informazione sul territorio promuovendo i nostri vini ma soprattutto la filosofia che li accompagna
Possono far parte dell’associazione i produttori, singoli e associati, i vivaisti, i tecnici di settore e tutti coloro che dimostrino di avere interesse nel mondo delle viti resistenti. La domanda di partecipazione sarà formalizzata per iscritto.
Tutte le aziende fanno inoltre parte di Piwi International.
L’associazione Piwi International, a partire della sua fondazione nel 2000, è cresciuta costantemente e conta ora già più di 500 membri provenienti da 17 paesi in Europa e Nord America.